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Il Film della settimana: American Psycho (2000)

american psycho

Questa nuova settimana inizia con la recensione di un thriller satirico e dal finale aperto: American Psycho di Mary Harron.

Il protagonista Patrick Bateman (Christian Bale) è un dirigente ventisettenne che lavora a Wall Street durante gli anni ’80. Attraverso questo personaggio assistiamo allo stile di vita edonistico dei grandi attori finanziari del decennio, in particolare in che modo le ossessioni di Patrick nell’adattarsi e nel dare il meglio a coloro che lo circondano alla fine lo spingono a sviluppare un’incontentabile bramosia di sangue.

American Psycho: trama e recensione

Ispirato all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, il film inizia con un montaggio fuori campo, uno sguardo approfondito alla routine mattutina di Patrick, che consiste nell’utilizzo di numerosi prodotti di bellezza ed esercizi per la cura della pelle. Freddo e distaccato, vive le sue giornate nascondendo la sua vera natura ai suoi odiati colleghi, assieme ai quali frequenta ristoranti in e locali notturni ed alla sua fidanzata Evelyn (Reese Witherspoon).

Mentre sospetta una storia tra la sua fidanzata e l’amico e collega Timothy (Justin Theroux), Patrick intrattiene una relazione sessuale con Courtney (Samantha Mathis), la più cara amica di Evelyn e compagna del suo collega Luis (Matt Ross): non una sola persona con cui interagisce si preoccupa minimamente delle relazioni che instaura con gli altri. In effetti, molti di loro hanno molti problemi a discernere Patrick da una qualsiasi delle sue controparti. Tutti vestono allo stesso modo, si tagliano i capelli allo stesso modo e sono ossessionati dal riuscire a prenotare un tavolo al rinomato ristorante Dorsia.

Ma il momento che scatena la furia omicida di Patrick è quando uno dei suoi colleghi, Paul Allen (Jared Leto), gli mostra il suo biglietto da visita. Questa è una delle scene più importanti perché, mentre tutti i colleghi si confrontano, ci rendiamo conto che in realtà non c’è nessuna differenza tra i biglietti da visita. Ma è proprio la sottile differenza che accende la miccia di Bateman. Da lì, la storia narra della dipendenza di Patrick dall’omicidio e dei diversi modi in cui uccide, mentre il detective Kimball (Willem Dafoe) cerca di scoprire quello che è successo a Paul Allen.

Un film che descrive in modo perfetto l’apatica stravaganza di Wall Street degli anni ’80, con un uomo che agisce su tutti i suoi istinti di base in ogni momento: Patrick fa praticamente quello che vuole, ogni volta che vuole. Agisce su ogni impulso animalesco che ha e raramente si preoccupa delle conseguenze. È alimentato dalla rabbia, dall’avidità e da altre tendenze egoistiche, ma nasconde tutto dietro una facciata ben curata.

Te lo consiglio perché

Christian Bale è formidabile in questo film. Gli eventi che accadono riguardano solo lui e domina ogni scena.

Patrick Bateman sembra una persona normale. È giovane, ricco e con un grande futuro davanti. È il tipico yuppie fine anni 80′: veste alla moda, frequenta locali lussuosi e donne di classe. Crede fermamente nella cura della persona, in una dieta bilanciata e nel rigoroso esercizio fisico. Fa discorsi contro l’antisemitismo, l’apartheid, la fame nel mondo, il terrorismo e le discriminazioni razziali. Addirittura vorrebbe che si tornasse a credere nei valori morali delle tradizioni. Ma è tutta apparenza: la scena in cui si toglie la maschera ci dimostrerà che, nella sua mente ci sono due personalità distinte, separate ed eternamente in conflitto. I suoi unici sentimenti che prova sono l’avidità ed il disgusto.

La regista Mary Harron descrive al meglio il suo psicopatico, sia in ciò che realmente fa di giorno, sia in quello che diventa di notte. Ad un certo punto l’arrivista finanziario, infatti, si comporta all’ opposto di quello che vuole farci credere all’inizio. Odia essere toccato, prova gelosia per i colleghi, s’infuria se non ha un posto al Dorsia, se la sua segretaria non veste alla moda o se non possono pulire le sue lenzuola ecc. Questo modo di fare, questo comportamento di purificazione, si chiama Catarsi: la liberazione degli aspetti negativi della realtà o la purificazione, appunto, da una contaminazione. In American Psycho si tratta di una catarsi materiale e non spirituale.

Ho tutte le caratteristiche di un essere umano: carne, sangue, pelle e capelli. Ma non un solo, chiaro e identificabile sentimento, a parte l’avidità e il disgusto.

Patrick Bateman

Ileana Barilla

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