Questa settimana si apre con una pellicola molto particolare: The Lobster del greco Yorgos Lanthimos, al suo debutto in un film in lingua inglese. Una commedia satirica che presenta un mondo distopico in cui essere single è un atto criminale.

The Lobster: trama e recensione
Colin Farrell interpreta David, un uomo che è stato appena lasciato dalla moglie. A peggiorare le cose, vive in una società in cui i single hanno solo 45 giorni per trovare il vero amore: successivamente vengono trasformati nell’animale di loro scelta (nel caso di David un’aragosta) e liberati in un bosco.
David viene portato in uno strano hotel insieme ad altri single per trovare un nuovo partner, e dopo diverse romantiche disavventure fugge e si unisce ad una fazione ribelle conosciuta come I solitari, un gruppo fondato sul totale rifiuto del romanticismo. Ma una volta lì David incontra una sconosciuta attraente ed enigmatica (Rachel Weisz), che suscita in lui sentimenti forti ed inaspettati.
Un mondo strano e surreale che è in realtà un riflesso arguto ed intelligente della nostra società, The Lobster è una visione audace, trasposta magistralmente da Lanthimos e dal suo fantastico cast. Il regista mostra uno stile singolare, trovando il perfetto equilibrio tra satira tagliente e favola romantica che intrattiene il suo pubblico, lasciandolo anche con molti spunti su cui riflettere anche dopo la fine del film.
Sebbene estremamente divertente, è un film amaro e spietato.
Colin Farrell offre una delle sue interpretazioni più divertenti e (considerando l’umorismo del personaggio) affascinanti: David è sconcertato, obbediente, depresso, sconfitto.
Nel film Lanthimos osserva il fatto che la società valorizzi le coppie più che la singola persona. Ogni rivista, spot, film, talk show è una sfilata infinita di consigli relazionali ed esempi di vincita da parte dell’amore.
In un mondo dedicato a lieti fini, in cui banalità come “la persona giusta è là fuori che ti aspetta” o “un giorno verrà a prenderti il tuo Principe azzurro” sono delle verità indiscusse, il film è una boccata di aria gelida.
Te lo consiglio perché
Questa fiaba grottesca rappresenta, in maniera ironico ma anche crudele, il rapporto di coppia e il suo problematico e indissolubile legame con la società.
The Lobster, per il suo ritmo, il contenuto che non si prende mai sul serio, la regia tecnicamente ottima e intelligente e la stupenda fotografia, è una pellicola da vedere assolutamente.
Gli attori sono eccellenti e riescono benissimo a mimetizzarsi nella trama: i personaggi infatti non sembrano provare reali sentimenti.
Un’opera davvero insolita, profonda e di una bellezza raggelante. La trasformazione dell’uomo in animale è metafora della disumanizzazione crescente dell’umanità, dell’idea generale che l’uomo deve essere utile se è in grado di mettere al mondo degli eredi, altrimenti è più giusto che si snaturi e si trasformi in un animale.
Quello che rende quest’opera veramente angosciante, per molti aspetti è la quasi totale assenza di emozioni di ogni personaggio: le espressioni spesso vuote e fredde, che per via del loro impatto visivo sono invece ancora più pungenti. I personaggi non sono privi di sentimenti, ma sono talvolta quasi meccanici, progressivamente più assorbiti nel processo di ”disumanizzazione” attuato dalla realtà portata in scena dal film.
L’amore, motore di fondo di tutto il film, è ciò che manca quando dovrebbe e che appare all’improvviso, in una realtà dove è vietato, dove viene punito. Difatti, spesso e volentieri, l’amore che i personaggi provano nel film è un amore falso, costruito, basato sulle menzogne, su un cambiamento repentino della personalità e degli atteggiamenti e che conduce ad una profonda frustrazione e conflitto interiore.
L’amore vero, che nasce tra David e la donna miope è quello che, invece, riesce a superare le barriere delle difficoltà e nella sua tragicità, fa venire i brividi, suggellando nel finale un’unione che va al di là dell’esteriorità (ossia gli occhi, la vista, di cui alla fine entrambi i protagonisti diventeranno privi) e si sostanzia nell’interiorità.
La storia si avvale di un accompagnamento musicale monotematico (Beethoven), che si fonde perfettamente con tutte le scene del film.
È più difficile fingere di provare sentimenti che non si hanno che fingere di non provare sentimenti che invece si hanno
Donna miope