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Il film della settimana: Il curioso caso di Benjamin Button (2009)

Questa settimana vi propongo un film che fa riflettere sul valore del tempo, dello scorrere della vita e dell’amore: Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher.

Una storia dallo straordinario spessore emozionale, che parla di sentimenti improbabili, sogni lontani con una toccante drammaticità. Già dall’incipit il film si rivela estremamente interessante: ci proietta sin subito nell’ottica di una pellicola diversa, fuori dagli schemi.

Il curioso caso di Benjamin Button: trama e recensione

Tratto dal racconto del 1922 di F. Scott Fitzgerald, in cui un uomo invecchia al contrario, il film trasforma questo espediente in un racconto toccante che contempla le meraviglie della vita, della nascita e della morte e, soprattutto, l’amore.

Interpretato da un magistrale Brad Pitt, il protagonista Benjamin Button nasce il giorno della fine della prima guerra mondiale, è un bimbo in fasce ma ha la salute di un novantenne: artrite, cataratta, sordità. Dovrebbe morire il giorno dopo e invece più passa il tempo più ringiovanisce. La sua è una vita al contrario che attraversa il Novecento americano sempre alla ricerca del primo e unico amore, Daisy (Cate Blanchett), una donna molto più emancipata, libera e in linea con il suo tempo. L’unico momento in cui si potrà trovare con lei sarà all’incrociarsi delle loro età: “Mi amerai ancora quando sarò vecchia?”, chiede lei. “E tu mi amerai ancora quando avrò l’acne?” risponde lui.

Fincher sceglie di narrare una storia con un espediente classico: a partire dalla modernità, attraverso le memorie di un diario letto alla protagonista ormai anziana e in punto di morte.

La storia sottolinea la presenza di forze intrinseche alla natura che l’uomo non può controllare. Daisy consegna a sua figlia (Julia Ormond) un libro di memorie da leggere mentre l’uragano Katrina colpisce la città.

Il memoriale non è altro che la storia di Benjamin Button, un bambino nato in circostanze insolite. Sua madre muore dandolo alla luce e suo padre (Jason Flemyng) lo abbandona in una casa di riposo. Una donna nera dal forte istinto materno, Queenie (Taraji P. Henson), che gestisce il posto, lo accoglie e lo cresce amorevolmente nell’unico ambiente in cui può passare inosservato.

Da vecchio un po’ più giovane, incontra Daisy da piccola (Elle Fanning), in visita ad un vecchio parente. La loro amicizia durerà quanto le loro vite, anche se si muovono in direzioni opposte, che si evolverà in romanticismo e amore appassionato.

Tantissime circostanze li terranno separati, ma queste non impediranno mai ad entrambi di vivere appieno il loro amore.

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La storia di Benjamin è preceduta dal ricordo di Daisy di un orologiaio (Elias Koteas), che, avendo perso il suo amato figlio a causa della prima guerra mondiale, costruì un orologio per la stazione ferroviaria di New Orleans che andava all’indietro, in senso antiorario, in modo che il tempo potesse muoversi allo stesso modo e suo figlio sarebbe potuto tornare da lui.

In questo modo, narrativamente e tematicamente, il film posiziona lo scorrere del tempo all’indietro come parte dell’eterno desiderio dell’uomo di ingannare la morte e di aggrapparsi a coloro che ci sono più vicini.

Il Benjamin Button di Brad Pitt è una figura commovente e toccante, una persona spesso persa nella propria vita, ma con uno spirito che gli permette di accettare il suo destino. La Blanchett illumina lo schermo con una bellezza e un’intelligenza che rendono la ricerca di Daisy da parte di Benjamin tanto una ricerca della vita, quanto dell’amore.

Come madre adottiva, Henson incarna l’essenza di una brava donna che trae la sua forza da Dio e il suo istinto dal buon senso.

La regia di Fincher è sicuramente ben evidente per tutti i 166 minuti di durata del film, che non appare mai lungo o pretenzioso.

La fotografia di Claudio Miranda sposa meravigliosamente una tavolozza di tenui colori terrosi con la CGI necessaria ed altri effetti speciali da Oscar che ci collocano in un passato magico.

Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere. Non c’è limite di tempo, comincia quando vuoi, puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo.

Benjamin Button

Ileana Barilla

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