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Il film della settimana: Split (2016)

Split

Iniziamo la settimana con un horror-thriller molto particolare, che esplora la mente di un uomo in cui sono racchiuse ben 23 personalità: Split di M. Night Shyamalan, regista divenuto famoso con Il sesto senso.

Il film è liberamente ispirato alla figura di Billy Milligan, un criminale statunitense affetto da disturbo dissociativo dell’identità, e fa parte di una trilogia di film diretti dallo stesso Shyamalan, assieme a Unbreakable – Il predestinato (2000) e al sequel Glass (2019).

Split: trama e recensione

Casey (Anya Taylor-Joy) è una ragazza introversa e problematica, tenuta in disparte dalle compagne di scuola più popolari ed invitata, controvoglia, ad una festa di compleanno da Claire e Marcia. Al ritorno a casa dal centro commerciale, le tre ragazze vengono rapite da un maniaco, che le chiude in uno scantinato. In attesa di scoprire che ne sarà di loro, verranno a conoscenza che il loro rapitore Kevin (James Mc Avoy) soffre di un disturbo di personalità multipla.

Dal manutentore ossessivo-compulsivo Dennis, al giocoso ed ingenuo Hedwig di 9 anni, passando dalla britannica Patricia allo sgargiante fashionista newyorkese Barry: James McAvoy dà vita a tutti questi personaggi in modi innegabilmente divertenti, ma estremamente interessanti. Una performance che mostra anche la sua grande agilità e precisione, in uno spettacolo molto coinvolgente da vedere.

Solo Casey, che emerge come il leader intelligente del trio, nonostante il suo difficile passato, ha il coraggio di parlare con lui.

Insieme ai dialoghi tra lei ed il rapitore, riusciamo a comprendere meglio lo stato mentale di Kevin attraverso le sessioni quotidiane che lui (o, piuttosto, una versione di lui) programma con la sua psicologa, la dottoressa Fletcher (un’elegante Betty Buckley). Una ricercatrice leader nel campo, la quale ritiene che avere un disturbo dissociativo dell’identità sia in realtà un riflesso del vasto potenziale del cervello piuttosto che una disabilità. Una considerazione che però la porterà a far emergere la ventiquattresima personalità di Kevin, soprannominata la bestia: questo le costerà molto caro.

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La trama di Split è suddivisa in tre parti. C’è la tipica (ma tesa) lotta delle giovani donne che cercano di sfuggire al loro rapitore, poi ci sono i flashback di Casey, che anticipano le origini del suo comportamento schivo. Poi c’è McAvoy in molteplici forme, che interagisce con la sua terapista Dr Fletcher.

Shyamalan gioca con le nostre paure, l’incomprensibile, l’ignoto, di ciò che non capiamo: in questo caso, la malattia mentale. Ogni cosa, ambiente, atmosfera, psiche è scissa e rivive in inquadrature efficaci, spiazzanti colpi di scena e temi perturbanti che scavano nelle profondità della psiche per percorrere i confini tra vittima e carnefice, lucidità e follia, sopravvivenza e annientamento, umanità e bestialità.

La colonna sonora di West Dylan Thordson e un sound design sapientemente inquietante contribuiscono a creare un’esperienza sconvolgente fin dai primi minuti.

In conclusione, Split è un film che riesce a intrattenere lo spettatore con un’idea fantastica e un’ottima regia, accompagnata dalle interpretazioni eccezionali di tutto il cast.

Un lungometraggio coinvolgente fino alla fine, anche grazie al giusto ritmo dato dal montaggio: anche questa volta M. Night Shyamalan non delude i suoi fans, con inquadrature eleganti, precise e studiate.

Per non parlare della sua, oramai immancabile, firma ovvero: il plot twist finale che in questo caso lascia davvero senza parole.

Chi ha sofferto è più evoluto, gioisci!

Kevin Wendell Crumb

Ileana Barilla

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