Nuova settimana, nuovo film: oggi parliamo de Il miglio Verde, film drammatico di Frank Darabond. Una pellicola commovente, tratta dall’omonimo romanzo di Steven King e portata al successo soprattutto per le straordinarie interpretazioni di Micheal Clarke Duncan e a Tom Hanks.
Il miglio verde: trama e recensione
Guardando un vecchio film in una casa di riposo, l’anziano Paul Edgecomb (Tom Hanks) si commuove ripensando al suo passato e rivela alla sua amica Elaine la sua storia. È il 1935 nel penitenziario di Cold Mountain. Allora Paul, insieme ad alcuni suoi colleghi, lavorava nel braccio della morte, in un posto chiamato il miglio verde a causa del colore del pavimento che conduceva nella sala della vecchia scintillante, la sedia elettrica, dove i prigionieri condannati a morte venivano uccisi.
Tre prigionieri in particolare sono al centro della storia e della vita di Paul: il francese Eduard Delacroix, un tipo leggermente matto, ma simpatico che si affeziona profondamente a Mr.Jingles, un topolino arrivato per caso nel miglio. Wild Bill, un criminale pazzo e violento, ma soprattutto John Coffey (come la bevanda ma scritto in modo diverso), un gigantesco uomo di colore accusato di aver stuprato e ucciso due gemelline. Proprio quest’ultimo detenuto cambia completamente la vita di Paul e di tanti altri: si rivela capace, infatti, di compiere miracoli che salvano vite e risolvono problemi. Tra la morte dei vari detenuti, la violenza, il dolore e la pazzia, Paul si domanda come abbia fatto un simile Miracolo di Dio (così Paul chiama John) ad essere stato artefice di un simile delitto.
Oltre ad essere sostanzialmente fedele al romanzo da cui è tratto, il film vanta di un cast d’estrema bravura. La cattiveria e il male, il bene e la sofferenza presenti nei cuori e nelle anime dei personaggi sono resi con un realismo tale da lasciare lo spettatore senza parole.
Te lo consiglio perché
Il regista riesce a dare alla pellicola un’atmosfera molto particolare, alternando momenti più riflessivi e tristi ad altri più allegri e spensierati.
Nonostante duri circa 3 ore, il film si concentra su diversi aspetti della storia, tutti collegati tra loro.
Il miglio verde non è solo un luogo, ma c’è molto di più: ci sono sentimenti, vite che si incrociano, pentimenti, emozioni e stati d’animo. Tutto questo viene trasmesso con profondità e intensità. Tom Hanks interpreta un uomo giusto che non si fa condizionare ed esegue scrupolosamente il suo lavoro, rispettando le regole. Ma soprattutto rispetta le vite dei detenuti, indipendentemente dal motivo per cui sono stati condannati. Le ambientazioni e la fotografia sono molto particolari e ad effetto anche nei pochi esterni, come le scene in campagna.
Seppur abbia come sfondo la condanna a morte, non si prende una posizione a riguardo, ma ci trasmette un messaggio forte su come sia facile, a volte, sbagliare e diventare arbitri della vita (o della libertà) delle persone senza sapere realmente i fatti, accecati dalla rabbia e dal voler trovare a tutti i costi un colpevole. In questo contesto abbiamo l’esempio estremo delle situazione che vede protagonista John Coffey.
Thomas Newman firma le musiche e ancora una volta riesce a trasmettere emozioni molto forti che coinvolgono ancora di più lo spettatore.
A volte, all’improvviso il passato ti ritorna addosso, che tu lo voglia o no. È sciocco.
Paul Edgecomb