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Il film della settimana: Tonya (2017)

tonya

Nuova settimana, nuovo film: oggi ti consigliamo di vedere Tonya, di Craig Gillespie.

Un bellissimo biopic incentrato sulla pattinatrice americana Tonya Harding, al centro di uno scandalo nel 1994.

Tonya: trama e recensione

La protagonista non ha avuto un’infanzia facile e le cose non le sono andate meglio crescendo. Eppure, sebbene sofferente d’asma e forte fumatrice, da sempre e per sempre poco amata dai giudici di gara, che non la ritenevano all’altezza di un modello da proporre, la Harding è stata una grande pattinatrice, la seconda donna ad eseguire un triplo axel in una competizione ufficiale e tuttora una delle pochissime ad averne avuto il coraggio.

Il film di Gillespie racconta la sua ascesa e la sua caduta, ripercorrendo la sua biografia dai 4 ai 44 anni, tratta da interviste assolutamente vere, totalmente contraddittorie e prive di qualsiasi ironia. Quel che segue alla premessa del film è una storia in cui ironia e verità vanno a braccetto per tutto il tempo. Un cast eccezionale ne interpreta i personaggi principali: Tonya (Margot Robbie), la madre LaVona (interpretata da una Allison Janney da Oscar), il marito Jeff e il suo migliore amico Shawn.

Quella di Tonya Haring è una figura ricca di sfumature e contraddizioni, la cui personalità non convenzionale l’ha portata a diventare (anche grazie alla sua particolarissima storia, privata e professionale) un vero e proprio simbolo della cultura popolare americana.

Trascorre la sua infanzia e adolescenza a Portland, cresciuta dalla rigida e inflessibile madre LaVona. Quest’ultima la spinge ad intraprendere la carriera di pattinatrice, spronandola all’eccellenza, senza mi riservarle un gesto d’affetto. A causa della sua bassa estrazione sociale e del suo atteggiamento mascolino, Tonya non possiede la grazia necessaria per ottenere risultati agonistici. All’età di quindici anni, la giovane incontra lo scapestrato Jeff Gillooly (Sebastian Stan) e se ne innamora, vedendo in lui l’unica via di fuga dalla sua violenta e scontrosa madre.

Il matrimonio con Jeff, tuttavia, si rivelerà insoddisfacente, segnato da abusi e violenze a cui la ragazza fatica a sottrarsi. Nel 1991, dopo aver assunto Dody Teachman (Bojana Novakovic) come sua preparatrice, Tonya si presenta ai campionati mondiali ed esegue un triplo axel stabilendo un record nazionale. A causa della sua turbolenta vita privata, le prestazioni di Tonya iniziano a calare vertiginosamente e la ragazza addossa le colpe dei suoi insuccessi alla rivale Nancy Kerrigan (Caitlin Carver). Mentre si prepara ai campionati del 1994, Tonya riceve una lettera minatoria e Jeff ipotizza che Nancy stia cercando di spaventarla. Così, l’uomo convince sua moglie a vendicarsi, ma il piano non va come previsto.

Te lo consiglio perché

Il regista riesce nell’intento di mantenere acceso l’interesse degli spettatori, mediante l’utilizzo di diverse tecniche narrative che spezzano la linearità della trama e scongiurano la monotonia. Dall’uso dello stile mockumentary, qui presente sotto forma di finte interviste dei protagonisti (in realtà fornite sempre dagli attori) alle sequenze nelle quali i protagonisti si rivolgono direttamente al pubblico, guardando dritti nella cinepresa.

Gillespie ricrea così un effervescente mix tra commedia nera, dramma e biopic ripercorrendo la vita di Tonya come l’ha raccontata agli altri.

Lei è indubbiamente vittima di un sistema (quello mediatico) e di una mentalità (quella americana) che ti inghiottisce troppo in fretta, rendendoti dapprima una star amata da tutti e ricoperta di elogi, ma l’attimo dopo ti getta in rovina, ti distrugge e ti annienta.

La Harding verrà ricordata sempre come una sabotatrice, ma il film riesce indubbiamente a farti entrare in empatia col suo personaggio dalle mille sfaccettature.

Incorniciato da una sgargiante soundtrack pop anni ’80/’90 e da un’estetica nineties molto nostalgica e retrò Tonya è sicuramente uno dei biopic più interessanti che spicca per la sua originalità, per la buona stesura dello script e per l’abbondanza di umorismo nero.

Una parabola di ascesa e caduta di un talento bruciato troppo in fretta e caduto in quella voragine mediatica senza scrupoli né pietà. Un film pungente, amaro, ironico e dissacrante, indubbiamente a tratti divertente ed esplosivo, che merita assolutamente di essere visto.

La gente vuole qualcuno da amare, ma anche qualcuno da odiare.

Tonya Harding

Ileana Barilla

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