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Il film della settimana: Frankenstein Junior (1974)

Frankenstein Junior

Questa settimana consigliamo un cult, da vedere assolutamente: Frankenstein Junior di Mel Brooks.

Campione d’incassi nel 1975, la pellicola si rifà in senso parodistico al romanzo di Mary Shelley e agli altri celebri film da esso ispirati, che hanno come capostipite Frankenstein di James Whale del 1931.

Il film è interamente girato in bianco e nero, adottando una fotografia e uno stile anni trenta, giocando anche sulle transizioni tra una scena e l’altra, proprio per riprendere anche esteticamente i toni del film di Whale.

Frankenstein Junior: trama e recensione

New York, Anni Trenta: il dottor Frankenstein (Gene Wilder), nipote del celeberrimo medico, è un affermato neurochirurgo che vive e insegna in una università negli Stati Uniti ed è impegnato a far dimenticare la sua discendenza dal creatore della Cosa.

Un giorno però riceve l’invito a recarsi nel castello del nonno in Transilvania a causa di un lascito testamentario. Finisce così per essere attratto dall’atmosfera del luogo, scopre il polveroso laboratorio in cui venne portato a termine l’esperimento e decide di tentare a sua volta l’impresa trafugando un cadavere per restituirgli la vita.

Ma ancora una volta, la creatura, alla quale, per imperizia del servo Igor, è stato trapiantato un cervello anormale, sfugge al controllo e nel lungo vagabondare scatena la paura tra i vicini villaggi, dopo aver terrorizzato la famiglia di una bambina, devastato la povera casa di un eremita cieco ed acceso la passione in Elizabeth, la fidanzata del dottore, che è giunta nel frattempo.

Quando ormai la folla inferocita guidata dall’ispettore Hans Wilhelm Friederich Kemp sta per irrompere nel laboratorio per distruggerlo, il mostro viene salvato da Frederick che, in una disperata ultima operazione, scambia parte della propria personalità con la sua.

Frankenstein Junior è un film destinato a rimanere nella storia del cinema: Mel Brooks riesce infatti ad andare ben oltre alla parodia, grazie anche alla collaborazione di Gene Wilder alla sceneggiatura.

La cura dei particolari è segno dell’amore che Brooks prova per il cinema che vuole prendere amabilmente in giro. Una straordinaria fotografia e l’uso di musiche utilizzate nelle colonne sonore dell’epoca confermano l’attenzione quasi maniacale del regista nella ricostruzione del giusto clima.

Te lo consiglio perché

La pellicola diventa quindi un originale rilettura del mito di Frankenstein. Pur essendo pensata come film comico, Frankenstein Junior è più di una semplice parodia perché contiene, tra le righe, una sincera condanna dell’ignoranza e dell’ipocrisia che feriscono, in ogni tempo, gli umili e i diversi.

Eccellente, in particolare, è il lavoro di Miller e Millar agli effetti speciali, che riutilizzano gli arredi e le macchine dello stesso laboratorio progettato da Ken Strickfaden per il film del 1931.

Il cast è di una bravura eccezionale: partiamo da Marty Feldman, il mitico, divertente e indimenticabile assistente gobbo Igor di Frederick Frankenstein, che grazie al suo aspetto fisico e alle sue lodevoli capacità recitative vale tutto il film. Notevolissimo anche Gene Wilder, che ricoprendo questo ruolo dà il massimo di sé. Eccezionali anche Madeline Kahn, Cloris Leachman e Peter Boyle.

Tutto ciò rende Frankenstein Junior un film di alti livelli, dove l’ironia e la comicità valgono come punto di forza. E dopo quasi cinquant’anni quest’opera, che rimembra gli anni 30′, possiede una bellezza inalterata dal tempo.

Si può fare!

Frederick Frankenstein

Ileana Barilla

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