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Il film della settimana: The Witch (2015)

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Continuiamo la nostra rubrica a tema horror/gotico di Ottobre: questa settimana parliamo di The Witch di Robert Eggers.

Secondo alcuni analisti, il film trascende il genere tradizionale dei film horror ed entra in una potenziale nuova categoria, quella dell’horror elevato. Il suo impatto non viene trasmesso infatti attraverso le paure, ma dall’effetto dell’atmosfera e degli ambienti.

The Witch: trama e recensione

New England, 1630. Il rigido e bigotto William, che si difende fieramente sostenendo di aver praticato solamente il verbo di Cristo, viene giudicato da una corte e allontanato dalla comunità assieme a sua moglie Katherine e ai loro cinque figli.

I reietti si sistemano in una piccola fattoria solitaria ai confini di un fitto bosco. La figlia maggiore Thomasin (Anya Taylor-Joy) ha dei dubbi, si sente peccatrice. Porta Sam, il fratellino neonato, a giocare vicino al bosco, ma il bambino sparisce misteriosamente. Inoltre, il raccolto va male.

Perciò William decide di cercare cibo nel bosco assieme al figlio Caleb, che, turbato dalla scomparsa del fratellino, si fa domande sul Bene e sul Male, sul peccato e su dove egli sia destinato, se Inferno o Paradiso. Thomasin mostra ulteriori segni di turbamento: per spaventarla, dice alla sorellina Mercy di essere la strega del bosco e di aver sacrificato Sam al diavolo.

Di fronte alle ristrettezze, i genitori pensano di mandare Thomasin a servizio presso un’altra famiglia. Caleb, molto legato alla sorella, cerca una soluzione e va nel bosco di notte con lei per trovare cibo. Ma solo Thomasin fa ritorno e per la famiglia l’orrore si avvicina.

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Cupo e ossessivo, the Witch (stilizzato come the VVitch) rappresenta con tagliente efficacia il difficile rapporto tra una famiglia espulsa dalla collettività, una natura misteriosa e opprimente dai mille segreti e il sovrannaturale che aleggia come possibile spiegazione a ciò che viene ritenuto inspiegabile.

Le dinamiche interne alla famiglia, gravata dal peso del Peccato in cui sente di vivere e spaventata dal contatto con un ambiente ostile e dalle privazioni della povertà, tendono a una progressiva disgregazione, cui il patriarca William cerca di resistere con la forza di una fede che la moglie Katherine, provata dagli avvenimenti, mette sempre più in discussione.

Le angosce, i dubbi e le paure si riflettono sotto la forma occulta di manifestazioni magiche e stregonesche più o meno reali. Sospetto e superstizione completano la terribile parabola umana, facendo travisare i fatti e generando un clima di negatività, nel quale tutti si accusano e nessuno crede a nessuno in una paranoia crescente. Su tutto, l’incapacità degli esseri umani di comprendere la loro posizione nella natura delle cose.

Immerso perlopiù nelle tenebre notturne, il film impressiona figurativamente, con un’eleganza quasi pittorica che riflette l’oscurità piombata sulle anime dei suoi protagonisti (la fotografia di Jarin Blaschke è uno dei punti di forza del film).

Notevole esordio del regista che evidenzia la sua mano sicura ed uno stile austero e raffinato, capace di gestire perfettamente l’equilibrio costante tra la realtà e la sua trasfigurazione, in bilico tra la concretezza della natura e la magia.

Un horror atipico, un classico film d’atmosfera in cui non succede molto e tutto sta nei dettagli.

Ottima prova del cast, tra cui emerge Anya Taylor-Joy nei panni della fragile Thomasine, determinata a salvarsi a ogni costo e a trovare una nuova ragione di vita.

Ha maledetto questa famiglia!

Katherine

Ileana Barilla

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