Nuova settimana, nuovo film da vedere: oggi parliamo del thriller Ultima notte a Soho di Edgar Wright.
Una giovane ragazza, appassionata di design della moda, è misteriosamente in grado di entrare negli anni ’60.
Ultima notte a Soho: trama e recensione Ultima notte a Soho Ultima notte a Soho: trama e recensione
Eloise, ventenne cresciuta con la nonna dopo il suicidio della madre, arriva a Londra con il sogno di diventare stilista. Ha il mito della Swinging London e della musica anni ’60, che ascolta continuamente su vecchi 33 giri.
Dopo un’infelice esperienza nello studentato della scuola di moda in cui è stata ammessa, si trasferisce in un appartamento di Soho affittato da un’anziana signora. Qui, durante lunghe notti agitate, Eloise sogna di tornare nel passato, nella Londra che ama, dove incontra Sandie (Anya Taylor-Joy), un’aspirante cantante che vive il glamour di una città colorata ed esaltante. Poco alla volta, però, Eloise confonde la propria personalità con quella di Sandie e ne scopre la vita, scivolando tra realtà e incubo in un’esperienza spaventosa.
Edgar Wright gira un ibrido fra horror, thriller e dramma psicologico ricostruendo le atmosfere di una metropoli all’epoca al centro del mondo.
Te lo consiglio perché
Con Ultima notte a Soho Edgar Wright ha realizzato il sogno di raccontare gli anni più belli, colorati ed esaltanti di Londra, ma in chiave horror.
Nel film la musica gioca un ruolo fondamentale, come tratto identitario delle due protagonista (Eloise e Sandie) e come invito a entrare in un mondo, nella sua anima e nella sua follia.
L’idea è quella di rievocare con toni passatisti un mondo lontano e al tempo stesso, oltre le luci, i colori, i balli e i baci ripresi con movimenti di macchina vorticosi, dare forma a un incubo che nasce dalla superficie, dalle melodie sdolcinate, dai dischi dimenticati e innocui.
La follia di Eloise la porta a farsi protagonista e spettatrice dei suoi stessi sogni, a vivere uno sdoppiamento che la porta a impersonare il suo alter ego e a scoprirne da vicino il dolore, senza però poterlo impedire.
Con il proseguire della storia aumenta anche la tensione del film, tra fantasmi di uomini senza volto, lame di coltello come specchi, figure che tornano dal passato, scambi di persone e poi, naturalmente, la rivelazione finale che dà pure la lettura ideologica e contemporanea del film.
Il regista della pellicola sceglie con saggezza e un filo di retorica i climax con relativa catarsi finale ad effetto. Intelligente, furbo, diverte e stupisce con la storia di parte del Novecento inglese e ci parla del duo ineluttabile amore-morte, in una dicotomia conservatrice ed ancorata a logiche patriarcali.
Se potessi vivere in qualsiasi posto e tempo, vivrei qui, a Londra, negli anni ’60.
Eloise