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Ringraziamenti tesi di laurea: esempi e suggerimenti

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Ci siamo: hai scritto la tesi di laurea e la stai rileggendo un’ultima volta prima di mandarla in stampa. E, all’improvviso, ti ricordi che non hai ancora inserito i ringraziamenti. Ma dove vanno messi e come vanno scritti?

Innanzitutto, non esistono regole fisse in questo settore. I ringraziamenti puoi metterli in qualunque punto della tesi di laurea e, anzi, puoi perfino non metterli.

Si tratta di una scelta personale, così come lo stile con cui si decide di scriverli.

Dove scrivere i ringraziamenti nella tesi di laurea

Se vuoi assolutamente inserirli, resta da decidere in quale punto della tesi scriverli. Su questo punto ci sono tre diverse scuole di pensiero, una più classica e due più originali.

Quella più classica è quella di inserire i ringraziamenti alla fine della prefazione, prima dell’inizio della tesi di laurea vera e propria. In questa posizione è bene che il testo occupi poche righe, al massimo una pagina.

Ci sono, però, anche soluzioni alternative. La prima è quella di metterli alla fine della tesi, tra l’ultimo capitolo e la bibliografia oppure addirittura dopo la bibliografia stessa. È una posizione inusuale che però ha una sua logica, visto che in questo modo si chiude idealmente il lavoro compiuto.

L’altra soluzione è quella di mettere i ringraziamenti prima di tutto, in apertura, davanti addirittura all’introduzione, segnalandoli anche nell’indice. È una soluzione di assoluto rilievo e forse per certi versi eccessiva, che però si rivela necessaria in quei casi in cui la tesi è stata scritta avvalendosi del fondamentale aiuto di qualcuno.

Chi ringraziare

Alla fine, è questo il problema fondamentale e quello più pericoloso: decidere chi mettere dentro e chi lasciare fuori.

In primo luogo, bisogna assolutamente ringraziare il relatore. Che sia stato veramente utile o meno, conta poco: se inserisci dei ringraziamenti non puoi assolutamente non includere la persona che ti ha seguito nella stesura della tesi e che poi dirà la propria sul tuo voto.

Sarebbe bene anche ringraziarlo per primo, assieme agli eventuali collaboratori che hanno dato una mano. Quindi anche i suoi assistenti e l’eventuale correlatore vanno qui menzionati, dopo di lui.

Dopodiché è buona norma ringraziare la propria famiglia, ovvero chi ha pagato gli studi e/o sostenuto in questi lunghi anni. Non serve spendere troppe parole: basta un riferimento veloce e chiaro.

E poi, velocemente, puoi dedicare spazio ad amici, fidanzati/e, colleghi: l’importante è non dilungarsi troppo, né elencarne decine e decine.

Come strutturare il discorso

Ricapitolando, la struttura ideale per i ringraziamenti in una tesi di laurea è la seguente:

  • brevissima premessa generale
  • ringraziamento al relatore, al correlatore, agli assistenti, agli enti di ricerca
  • ringraziamento alla famiglia
  • ringraziamento al partner
  • altri ringraziamenti veloci.

La premessa generale deve servire ad introdurre l’argomento. Bastano una o due frasi in cui si spiega che questo lungo lavoro che ora è completo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto e il sostegno di tante persone. Aiuto concreto, nella ricerca, e sostegno psicologico.

Conclusa la parte formale, ci si può buttare sugli affetti. Parti sempre dalla famiglia (è più elegante) e solo dopo consigliamo di citare il partner, se lo avete, che di sicuro vi sarà stato vicino durante i lunghi mesi di lavoro. Agli amici e a tutti gli altri dedica una veloce carrellata nel finale.

Alcuni esempi di ringraziamenti

Ecco alcuni esempi che renderanno tutto più chiaro.

Il primo è abbastanza formale:

“Prima di lasciar spazio alla trattazione, permettetemi di ringraziare chi mi ha sostenuto nel mio percorso di ricerca. In primo luogo, è necessario menzionare il relatore x di questo lavoro di tesi, il professor x, che mi ha fornito indicazioni e correzioni preziose senza le quali questo lavoro non avrebbe potuto vedere la luce. Desidero inoltre ringraziare il correlatore x e le assistenti x e y, che mi hanno aiutato a dare un indirizzo più concreto ai vari percorsi di ricerca.

Al di fuori dell’università, ho trovato sostegno e aiuto anche nei miei familiari, e in particolare in mio padre e mia madre, che non mi hanno mai fatto mancare il loro appoggio durante tutto il mio percorso di studi.

Infine, un pensiero devo riservarlo a Francesca, che mi è stata accanto durante i lunghi mesi di lavoro, e a tutti i miei compagni di corso e amici, che mi hanno dato consigli e incoraggiamenti”.

Il secondo esempio, invece, è un po’ più giovanile, ma comunque adatto ad una tesi:

“Inutile dire che tutto questo lavoro non è solo frutto della mia fatica e del mio sudore. Senza il sostegno e l’aiuto di tante persone non sarebbe stato così completo e, spero, valido.

Pertanto, mi sento in dovere di ringraziare pubblicamente varie persone che mi hanno dato il loro aiuto in questi mesi: se nella tesi c’è qualcosa di buono lo si deve principalmente a loro.

E quindi grazie al mio relatore, il professor x, sempre prodigo di consigli e di indicazioni; grazie al correlatore, prof. x, che mi ha rimesso in riga quelle poche volte in cui non l’ha fatto il prof. x; e grazie anche a tutti i ragazzi del Dipartimento e dell’Istituto di Ricerca che mi hanno fornito indicazioni senza le quali mi sarei sentito perso.

E poi, ovviamente, non posso non ringraziare mamma e papà; un po’ perché mi hanno pagato gli studi, e quindi senza i loro sacrifici non potrei certamente essere qui, un po’ perché mi hanno sopportato in questi mesi. Ma chi mi ha sopportato di più è stata indubbiamente Francesca, capace di calmarmi quando l’ansia prendeva il sopravvento. Grazie anche a tutti gli amici e i colleghi che mi sono stati vicini in questi anni, magari anche solo con una parola gentile. Se riuscirò a laurearmi, sarà in parte anche grazie a loro.

Infine, permettetemi di ringraziare anche me stesso, o meglio la mia forza di volontà: ho faticato e sudato sui libri per molto tempo e se sono arrivato fin qui lo devo soprattutto a lei”.

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Ileana Barilla

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