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“Another love”: l’inno di libertà iraniano

another love

“Another Love” è stata pubblicata il 25 gennaio 2013 da Tom Odell come primo estratto del suo primo EP “Songs from Another Love”. La traccia è stata, inoltre, inclusa nel primo album in studio “Long Way Down”.

Perché ha raggiunto il successo grazie a Tik Tok

Seppur pubblicata nel 2013, la canzone sta riscuotendo un enorme successo anche e soprattutto attualmente. “Another Love” ha, infatti, accompagnato la “rivolta digitale” su Tik Tok di molte donne che, a seguito della morte di Masha Amini, hanno deciso di tagliarsi una ciocca di capelli usando come sottofondo proprio la canzone di Odell. Era proprio una ciocca di capelli scomposta, che fuoriusciva dallo hijab, che ha portato all’arresto della 22enne Masha Amini a Teheran da parte della polizia morale. La donna sarebbe, poi, morta mentre era in carcere. Ufficialmente per un attacco di cuore ma, in realtà, si sospetta che il decesso sia da attribuirsi alle violenze subite in carcere. A seguito della sua morte, in Iran, è in corso un’enorme protesta e un grandissimo movimento di giovani donne. Queste non solo fanno sentire la propria voce a sostegno di Masha e della libertà, ma rischiano anche la propria vita.

L’estratto del brano Another Love

“And if somebody hurts you, I wanna fight/ But my hands been broken one too many times/ So I’ll use my voice, I’ll be so f*cking rude/ Words they always win, but I know I’ll lose”.

“E se qualcuno ti ferisce, voglio combattere/ Ma le mie mani sono state rotte una volta di troppo/ Quindi userò la mia voce, sarò così fottutamente maleducato/ Le parole vincono sempre, ma so che perderò”.

E’ questo il pezzo del brano utilizzato come sottofondo dalle donne iraniane su Tik Tok. In particolare, si tratta di uno spezzone registrato a un concerto del cantautore, in cui si sente soprattutto il pubblico cantarla.

“Another Love” di Tom Odell è, così, diventata non solo una toccante canzone d’amore che racconta della paura dell’essere umano di abbandonarsi a un nuovo amore perché ancora spaventato e fragile dalle ferite del precedente. Ma è diventato un vero e proprio inno di emancipazione, libertà, e di autodeterminazione delle donne e del popolo iraniano.

Carla Marino

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