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Il film della settimana: Old (2021)

old

Questa settimana parliamo del film Old di M. Night Shyamalan.

Una pellicola che affronta i temi del tempo, dell’invecchiamento e della mortalità, concludendosi con un finale tipico di Shyamalan.

Old: trama e recensione

Una famiglia va in vacanza ai tropici in un resort. I genitori Guy e Prisca stanno attraversando un momento difficile, ma lo tengono nascosto ai figli Trent (6 anni) e Maddox (11 anni), per non rovinare l’ultima vacanza speciale che si accingono a vivere. La proposta dei gestori del villaggio turistico di accedere a una spiaggia oceanica incontaminata sembra impossibile da rifiutare, ma presto le persone che si ritroveranno lì scopriranno che questo luogo nasconde un pericoloso segreto.

Si rendono infatti presto conto che la spiaggia li sta facendo invecchiare rapidamente, riducendo la loro intera vita ad un solo giorno. Mentre lottano per trovare una via di fuga, dovranno affrontare la propria mortalità (insieme alle proprie malattie) e cercare di scoprire la misteriosa causa del rapido invecchiamento prima che sia troppo tardi.

Te lo consiglio perché

Libero adattamento del graphic novel francese Castello di sabbia di Frederik Peeters e Pierre Oscar Levy, la pellicola di Shyamalan è un’opera cupa e inquietante.

Old si muove tra il thriller e l’horror, intrigando e disturbando: i suoi punti di forza riguardano principalmente la sfera umana ed emotiva, e soprattutto, i diversi spunti di riflessione che riesce a suscitare nello spettatore.

Ancora una volta il regista concentra il suo sguardo su persone provate dalla vita, che hanno vissuto traumi o forti dolori e sofferenze, sperimentato anche la paura provocata dal cambiamento mentale e fisico, tentando in qualche modo a resistervi.

Per Shyamalan c’è sempre una via d’uscita: in questo caso risiede nell’accettazione di sé e degli altri, ma anche di quelle cose che sfuggono alla nostra volontà e che, purtroppo, non si possono cambiare.

Basta saper leggere bene ciò che di positivo si nasconde nella nostra anima, nei nostri ricordi, dove si potrà trovare la soluzione dell’enigma e una possibile via di fuga.

Un film da vedere soprattutto per la regia, l’atmosfera di suspense e le interpretazioni del cast, insieme allo sviluppo dei personaggi e ai colpi di scena. La trama si sviluppa in modo naturale e non banale, senza stratagemmi narrativi particolari o evidenti effetti digitali. Quello che spicca è più il concetto di fondo, la paura dell’invecchiamento, della malattia, del Tempo, che uccide e cura (non solo le malattie fisiche) che tiene incollato lo spettatore fino all’inaspettato finale.

È matematicamente certo che c’è una via d’uscita.

Guy

Ileana Barilla

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