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Il film della settimana: Ragazze Interrotte (1999)

ragazze interrotte

Nuova settimana, nuovo film: oggi parliamo di Ragazze Interrotte di James Mangold.

Basato sul romanzo autobiografico di Susanna Kaysen, ha ricevuto numerosi premi, tra cui un Oscar per la migliore attrice non protagonista ad Angelina Jolie.

Ragazze Interrotte: trama e recensione

Il film segue la vita di Susanna Kaysen (Winona Ryder), una giovane donna internata in un istituto psichiatrico nel 1967 dopo aver tentato il suicidio.

Alla ragazza diciannovenne all’apparenza normale, ma con un cattivo rapporto con i genitori, piena di insicurezze e debolezze e che talvolta si rifugia in un suo universo mentale pur di sfuggire dalla realtà, viene diagnosticato un disturbo borderline di personalità.

All’interno dell’istituto, Susanna incontra alcune pazienti che diventano sue amiche e compagne di stanza. Tra queste Lisa, ragazza ribelle e carismatica (Angelina Jolie) e Daisy (Brittany Murphy), ricca giovane con disturbi alimentari. Poi Polly, sconvolta per le ustioni accidentali subite nell’infanzia, la bugiarda patologica Georgina e Janet, una ragazza anoressica. Nel corso del film, Susanna cerca di capire il suo posto all’interno dell’istituto e di superare le sue difficoltà personali, mentre gli altri pazienti lottano con le loro stesse problematiche psicologiche.

Te lo consiglio perché

Ragazze interrotte affronta temi profondi e delicati, tra cui la salute mentale, la disabilità e la ricerca dell’identità, in modo intelligente e coinvolgente.

Le interpretazioni degli attori, in particolare di Winona Ryder e Angelina Jolie, sono apprezzabili per la loro intensità e la capacità di trasmettere l’emozione dei loro personaggi. La regia di James Mangold riesce a creare un’atmosfera inquietante e claustrofobica all’interno dell’istituto.

Inoltre, il film risulta particolarmente attento ai dettagli storici e capace di trasmettere l’atmosfera e le tensioni sociali degli anni ’60.

Un film che lascia il segno. Catapulta infatti lo spettatore in un mondo parallelo diverso, ma uguale al nostro, dove non mancano i sentimenti, anche se esasperati, delle protagoniste, la cui unica colpa è scaturita dalla voglia di essere amate e comprese.

Chi ama gli altri non fa del male, ma chi non ama sé stesso diventa un vero pericolo. Le leggi del mondo civile qui vengono abilmente rovesciate. C’è una spiegazione plausibile al suicidio, alla malattia mentale, all’odio tra genitori e figli, all’abbandono, alla rinuncia di qualsiasi cosa, anche della propria vita e della propria dignità.

E sorridere fa male, e che fai del male al tuo corpo per tentare di uccidere la cosa che hai dentro.

Susan

Ileana Barilla