I giovani artisti irlandesi stanno attraversando un periodo straordinario di grande ispirazione sia durante le loro sessioni in studio sia durante le esibizioni dal vivo. Coloro che hanno avuto la fortuna di assistere alle loro performance possono confermare la profondità che la loro musica riesce a raggiungere. Inoltre, è evidente come la band si muova con sicurezza tra diversi stili musicali nel loro repertorio, mescolando l’energia di brani come “Boys in the Better Land” con l’estasi di “I Don’t Belong,” l’improvvisazione di “Sha Sha Sha” e l’eterna “A Lucid Dream.” Il loro ultimo album, “Skinty Fia,” uscito nel 2022, rappresenta un notevole passo avanti sia dal punto di vista biografico che sonoro. È un perfetto esempio di come alcuni artisti siano in grado di fare il salto dall’indie al mainstream con dignità e destrezza.
Le tracce dell’album Skinty Fia
Nella cultura dei Celti, il cervo (presente sulla copertina dell’album) assumeva un ruolo di grande significato, rappresentando la rinascita e il fluire del tempo. La sua condizione di dannazione, pertanto, veniva vista come una maledizione, un’interferenza nel sacro legame tra l’umanità e la natura.
Tuttavia, se esaminiamo l’etimologia dell’espressione “skinty fia”, scopriamo che questa parola, oltre a riferirsi al cervo, porta con sé una seconda sfumatura di significato associata a concetti come territorio e umidità. Tutti termini giusti per descrivere l’ultimo album dei Fontaines D. C.
Territoriale perché viene affrontato il concetto di irlandesità, in che modo gli inglesi considerano l’Irlanda e gli irlandesi, e in che modo gli irlandesi affrontano il loro passato e la loro storia. Contemporaneamente risente della pioggia che Dublino porta con sé.
Le sonorità che la band tenta di raggiungere sono un’elettronica muscolare, tra i Nine Inch Nails e i Death in Vegas, il post punk e la psichedelia già affrontati nei loro album “Dogrel” e “A Hero’s Death”.
I brani più incisivi della band
Questo album rappresenta una conferma del talento di questi cinque giovani irlandesi e testimonia la loro incredibile crescita artistica attraverso tre album rilasciati in altrettanti anni.
La decisione di rallentare il ritmo non ha mai avuto un impatto così potente: “I Love You” è un brano che si discosta notevolmente dall’euforia del rock ‘n’ roll dei loro inizi, ma conserva un’incisività tremenda e straziante. La liturgia del coro di “In ár gCroíthe go deo” è un momento in cui l’ingresso della batteria e una variazione negli accordi evocano una sensazione di redenzione. “Jackie Down The Line” sembra giocare con le atmosfere dei Nirvana, mentre in “Bloomsday” l’emotività raggiunge livelli strazianti.
Tuttavia, i momenti più intensi, in contrapposizione con quelli sopra riportati, si trovano probabilmente in “Skinty Fia,” una canzone ipnotica e violenta, e nella vorticosa e brutale “Nabokov,” che chiude un album onirico e drammatico. Questo disco riesce a reinterpretare in modo inaspettato l’organetto tradizionale irlandese, come si può percepire nella quasi improvvisata “The Couple Across The Way.”